Campo Dall’Orto contro il tetto alle star

Il tetto ai compensi degli artisti «metterebbe oggettivamente la Media Company di Servizio Pubblico in una condizione di subalternità rispetto alle altre aziende presenti nel mercato, limitandone al contempo la libertà e la possibilità di svolgere appieno il compito assegnatole»: è quanto scrive il dg Rai, Antonio Campo Dall’Orto, sulle pagine de “la Repubblica”, rispondendo a un articolo di Natalia Aspesi. Il timore del manager è che alti player possano accaparrarsi i talent Rai: «L’offerta è ricca e tutti gli editori televisivi mostrano capacità ideativa e solidità economica. Credere che nessuno sia disposto a fare offerte adeguate al valore dei nostri talenti non risponde alla realtà dei fatti».
Campo Dall’Orto ha ricordato quanto fatto finora dalla Rai, dal cambio dei direttori di rete, al lancio di RaiPlay e oltre 40 nuovi programmi. Ma, rinunciare ai volti storici sarebbe un errore. «In anni di esperienza in questo campo ho maturato la convinzione che siano proprio i volti a stabilire un rapporto con il pubblico, in special modo per i cittadini meno avvezzi al cambiamento» e pertanto, «I volti affermati giocano un ruolo cruciale in questo». «Non vorremmo», conclude, «che alla fine tra populismo e pauperismo il risultato fosse la penalizzazione del merito. Con la conseguenza dell’esclusive del Servizio Pubblico dal ruolo guida che ha e deve avere, come principale industria culturale del Paese». Il tetto ai compensi dei talent verrà applicato a partire da aprile in via preventiva, in assenza di risposte del Mef in merito. Secondo “la Repubblica”, il Governo sarebbe al lavoro sul tema.
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