Editoriale Cinema

Rivista Abitare il bagno

Editoriale: Qualcosa è cambiato

Per citare il grande film con Jack Nicholson ed Helen Hunt, qualcosa è cambiato. Il pubblico cinematografico non risponde più come una volta agli stessi film e nell’ultimo anno hanno iniziato a delinearsi alcuni trend che necessitano una riflessione. Riflessione che gli studios hollywoodiani hanno già iniziato a fare per individuare nuovi percorsi che ridefiniscano le strategie produttive dei prossimi anni.

A proposito di cambiamenti, oggi il pubblico italiano sembra molto più ricettivo verso un cinema di qualità di largo respiro. Basti pensare a Napoleon di Ridley Scott, all’animation Il ragazzo e l’airone, che ha sorpreso tutti con un grandissimo risultato, portando in sala un pubblico che va ben oltre lo zoccolo duro di fan di Miyazaki, e al poetico Perfect Days di Wim Wenders, a Povere creature!. Ma vanno citati anche film dei mesi scorsi come Ferrari di Michael Mann, Un colpo di fortuna di Woody Allen, One Life con Anthony Hopkins e The Holdlovers con Paul Giamatti. Tutti film che, in alcuni casi, si sono rivelati una efficace controprogrammazione, in altri un’ottima prima fascia di titoli che ha beneficiato dell’assenza di grandi blockbuster americani.

E se il grande pubblico ha ampiamente valorizzato storie originali e/o innovative come C’è ancora domani (vedi focus a pag. 40 dell’ultimo numero), Barbie, Oppenheimer e Super Mario Bros., si è registrato un minor interesse per diversi titoli appartenenti a note franchise, cinecomic compresi, a dimostrazione che non si può vivere sempre di rendita.

E il cinema italiano? Osservando i film di maggior successo del 2023 (rimandiamo al nostro speciale), è ormai evidente che il pubblico tende a prediligere solo determinate categorie di film, in primis storie originali, titoli firmati da grandi autori, opere basate su romanzi di successo, o fenomeni kids come i Me contro Te. Non è un caso che solo 24 film (erano 17 nel 2022) sono riusciti a superare la barriera del milione di euro. Nel frattempo il cinema horror americano continua a prosperare e ci si chiede se a qualche casa di produzione italiana non convenga prendere in considerazione di coinvolgere qualche regista o produttore esecutivo americano abituato a confezionare titoli con un alto valore artistico e industriale, importando un modello ormai consolidato negli Usa, ovvero quello dell’horror low-budget. Insomma, qualcosa è cambiato, ma certamente anche altre cose dovranno ancora cambiare.