Moderno sì, ma…

L’iter legislativo non si è ancora concluso (nel momento in cui scriviamo il testo deve essere ancora sottoposto alle Camere), ma il Ddl Concorrenza ha già fatto discutere. Se la vendita dei farmaci di fascia C con ricetta, che la Gdo auspicava fosse ampliata e il canale avversava, è rimasta appannaggio delle farmacie e la pianta organica è restata immutata, è stata aperta la titolarità della farmacia alle società di capitali. Cosa significa? Che vedremo sempre più gruppi retail gestire farmacie con logiche ed economie ben differenti da quelle che il singolo titolare da solo è in grado di conseguire. Resta il vincolo che la direzione di ciascun punto vendita sia attribuita a un farmacista laureato, ma di fatto il mercato si apre dal punto di vista distributivo e si avvia il passaggio, che abbiamo già visto in altri comparti, dal dettaglio tradizionale alla distribuzione moderna. Ha senso che questo accada anche in un servizio socialmente rilevante come quello della distribuzione dei farmaci? Sì perché pensiamo che questa sia un’occasione imperdibile per il singolo titolare e i suoi collaboratori, da un lato, per ribadire la propria professionalità e, dall’altro, per intensificare il lavoro di fidelizzazione della clientela, già avviato da alcuni ma del tutto trascurato da ancora troppi. Si apre una fase di cambiamento sia per i farmacisti sia per le industrie. Se per i primi è tempo di creare network e aggregazioni più forti, solide e attive anche dal punto di vista del marketing, per le seconde si crea l’opportunità di dialogo con un retail più strutturato. Ciò che conta, per gli uni e gli altri, è che non si perdano mai di vista il consumatore e le sue necessità.
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